Sabato 26 marzo 2022 in modalità da remoto si è tenuto il Seminario dal Titolo “Corpi distanti: modificazioni della sensorialità e basi neuroscientifiche collegate”, con la relatrice Dott.ssa Rosa Spagnolo, Neuropsichiatra Infantile, Membro Ordinario SPI/IPA di Roma.

I partecipanti sono stati salutati dalla Dott.ssa Simona Pesce che ha ricordato la cornice organizzativa dell’incontro e la Commissione che si è adoperata per realizzare i Seminari. Di seguito il Dott. Giorgio Bambini, chair della mattinata, ha introdotto l’argomento del Seminario ricordando come la riflessione sulla presenza e l’assenza del corpo abbia rappresentato il filo conduttore nella costruzione dei lavori. Il corpo in psicoanalisi si è posto come elemento centrale d’interesse fin dall’inizio, e l’incontro proficuo con le neuroscienze ha permesso di operare un ripensamento in termini di cervello emozionale: la mente funziona soprattutto a livello di emozioni, collante di tutta l’attività psichica. Bambini presentando la relatrice ha ricordato le numerose collaborazioni editoriali e di ricerca con neuroscienziati e i numerosi contributi pubblicati.

La Dott.ssa Spagnolo, presentando il suo ricco ed articolato lavoro, ci ha ricordato come il nostro corpo sia sempre con noi, anche senza averne la piena consapevolezza, accompagnandoci in un linguaggio, in una mimica, in uno spazio, che si esprimono e definiscono l’incontro con l’altro, in un continuo dialogo emozionale: le caratteristiche individuali del corpo, la personale architettura, diversa da individuo a individuo, determina il tipo di conoscenza del mondo.

Citando Varela (1991) la relatrice ha distinto fra il termine embodied, e il termine disembodiment. Il primo mette in evidenza due punti: da un lato la cognizione dipende dal tipo di esperienza che proviene dall’avere un corpo con diverse capacità sensomotorie, dall’altro che queste capacità individuali senso-motorie sono integrate in un contesto biologico, psicologico e culturale. Il secondo termine riguarda un modello appartenente agli studi classici nel quale si escludeva il corpo dal funzionamento mentale. In realtà è in atto un continuo gioco fra aspetti egocentrico/pericentrico e soggetto/oggetto, in quanto siamo soggetti per noi stessi e oggetti per gli altri, mai completamente definibile, nella relazione con gli altri e nell’esperienza del mondo. La dott.ssa Spagnolo ha sottolineato come la maggior parte dei processi mentali in cui il corpo sia protagonista (interocezione, esterocezione, memorie non cognitive e procedurali) è inconscia e che è sull’esperienza di corpo vissuto (Bodily Self) che si costruiscono il senso di ownership (io sto esperendo il mio corpo come mio) e agency (ciò che io esperisco mentre genero il mio movimento). La relatrice ha ricordato come esista una dimensione nel nostro Sè che si verifica prima e indipendentemente dalla riflessione e cognizione, un Sè minimo, con aspetti che sono preriflessivi e non narrativi.

Passando alla clinica, Spagnolo ha citato Tsakiris (2010) “l’integrazione multisensoriale in interazione con i modelli interni del corpo può effettivamente manipolare importanti aspetti fisici e psicologici del sè”, inducendo cambiamenti nel corpo e nella mente, fino a promuovere la formazione di un nuovo prodotto rappresentazionale (Talsma, 2015). Questo prodotto viene ricombinato, poi nel corso della formazione, con altre fonti informative (come memoria, attenzione, sistema emozionale-affettivo etc…) e reinterpretato alla luce di questo lungo e complesso processo.

Alla luce delle nozioni teoriche riportate la relatrice ci ha mostrato dei filmati, nei quali si evidenzia come, ad esempio, il contesto sperimentale della mano finta è in grado di evocare almeno tre tipi di illusioni: provoca sensazioni tattili, una ricalibrazione della posizione percepita del corpo nello spazio, influenza ciò che il soggetto ritiene essere una possibile parte del proprio corpo, ma l'illusione scompare quando lo sperimentatore stimola le due mani in modo asincrono. Come a dire che un tocco alla propria mano e una pennellata su un arto finto, effettuati simultaneamente, vengono attribuiti ad un’origine comune e dal momento che la modalità visiva segnala l’esatta posizione della mano finta, la nostra mente tende ad attribuire questo evento dove lo ha visto accadere e non dove lo ha percepito attraverso i sensi corporei. Si sottolinea in questo modo che questo effetto si verifica come risultato dell’esperienza di ownership, nel senso che un cambiamento dell’esperienza della proprietà del corpo ha conseguenze dirette sulla regolazione omeostatica delle parti del corpo reale, la quale non è semplicemente il risultato di una stimolazione multisensoriale sincrona.

L’interocezione è garante della stabilità dell’organismo in un ambiente che cambia. Vari processi diversi dalla semplice integrazione multisensoriale possono essere coinvolti nel generare, mantenere, o interrompere la consapevolezza del sé corporeo, fino a considerare che la rappresentazione del nostro sé, ad esempio il volto, non deriva solo da rappresentazioni mnemoniche stabili, ma da rappresentazioni sensibili al flusso multisensoriale. Molto interessante per la clinica e non solo, è osservare come un cambiamento nella percezione di un aspetto puramente corporeo di sé (possesso di una mano, rappresentazione del proprio volto etc…) modifica anche l’elaborazione affettiva e sociale degli altri (Maister, Tsiakkas, 2013).

La dott.ssa Spagnolo, prima di lasciare spazio alle numerose domande, ha citato gli studi di Gallagher e il modello di mente enattiva, modello che considera come la mente si formi nell’azione. Ha riportato alcuni esempi per introdurre il concetto di affordance: presentando un martello non posso prenderlo ed usarlo come un vero martello, come non posso interagire con un personaggio dipinto. Una persona reale mi offre la possibilità di interagire, mentre un’immagine no.

La stimolante, ricca ed articolata mattinata ha registrato vari interventi da parte dei numerosi partecipanti.

Al termine del vivace dibattito il Dott. Bambini ha ringraziato la Dott.ssa Spagnolo per la generosità dell’intervento, il gruppo di lavoro e i partecipanti, oltre un centinaio.

Bibliografia:
Rosch, Thompson, Varela (1991) “The Embodied Mind: Cognitive Science and Human Experience”, (p.172)
Tsakiris M. (2010) “My body in the brain: a neurocognitive model of body-ownership” Neuropsychologia, 48 (3): 703-12, pg.22.
Talsma D. (2015) Predictive coding and multisensory integration: an attentional account of the multisensory mind.
Maister, Tsiakkas (2013) I feel your fear: shared touch between faces facitates recognition of fearful facial expressions.
Gallagher (2021) Performance/Art.The Venetian Lectures, Mimesis, Philosophy.

Siti citati°
Barbie Doll Illusion, Rubber hand illusion
Italian psychoanalytic dialogues
https://doi.org/10.13128/Phe_Mi-19602

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