Presso la Cineteca di Rimini il 4 dicembre 2018 si è tenuto un evento per continuare la celebrazione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre. La serata ha avuto il patrocinio della Società Psicoanalitica Italiana (SPI) in collaborazione con SIPSA-COIRAG, Associazione Arcobaleno, Associazione Margaret e Associazione Vite in Transito, ed è stata realizzata grazie al patrocinio del Comune e della Provincia di Rimini, dell’Assessorato alle Pari Opportunità, della Rete Antiviolenza, della Questura e della Cineteca Comunale di Rimini, dove l’evento si è svolto.
Si è trattato di un incontro rivolto alla cittadinanza che, grazie alle testimonianze dei relatori ed alla proiezione di un documentario, ha potuto affrontare il tema della  violenza insita nella prostituzione e nella tratta, dei traumi evolutivi e della negazione di identità che ne derivano, riassunte nel titolo della serata: "Dignità negata, narrazione come elaborazione della violenza", introdotta e moderata da Mariolina Tentoni, psicologa e presidente dell’associazione ‘Vite in Transito’.

Cinzia Carnevali, psicoanalista SPI e collega del Centro Psicoanalitico di Bologna, è stata la prima relatrice. Ha parlato dei traumi della mente e del corpo, delle persone vittime di tratta, dei migranti in genere e della necessità di spazi di protezione e di narrazione di questi traumi nelle comunità terapeutiche. Ha sottolineato l’importanza del lavoro in gruppo come condivisione, ma anche del gruppo allargato- la comunità sociale- nell’accoglienza. Questo significa, ha chiarito, che non vi è un solo carnefice ma che esiste sempre un gruppo che sostiene la violenza e che la società deve responsabilmente riconoscere e combattere.

Silvia Zanette, Child Protection Expert dell’UNHCR ha presentato interessanti dati sui Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), di cui in Emilia Romagna sono stati segnalati ad ottobre 2018 oltre 11.800 casi. Ci ha illustrato le principali forme di schiavitú e sfruttamento, tra cui il lavoro forzato nel settore agricolo e delle costruzioni e nel settore domestico; prostituzione, pornografia e spaccio di droga e, soprattutto tra le minori siriane, il matrimonio precoce forzato. Queste violenze avvengono nel paese di provenienza, di transito e anche in Italia. Ci ha parlato inoltre del fenomeno del grooming, che originariamente descrive gli atteggiamenti di pulizia e cura tra gli animali e che ora definisce anche quei comportamenti affettuosi perversamente utilizzati per ottenere la fiducia ed adescare i minori, spesso attraverso i social networks.

E’ seguita la proiezione di Silhouette (primo capitolo del documentario di Matteo Garrone "Terra di mezzo" del 1996) che racconta la giornata di tre prostitute nigeriane nella periferia di Roma.
Orlando Parrella, Dirigente Divisione Anticrimine della Questura di Rimini, ha commentato la legge Merlin, che dal 1958 chiuse le case di tolleranza in Italia e introdusse i reati di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione. La prostituzione in sé, volontaria e compiuta da donne e uomini maggiorenni e non sfruttati, rimase legale in quanto considerata parte delle scelte individuali garantite dalla Costituzione, ma spesso la linea tra libera scelta e sfruttamento non è così marcata, e non è così semplice riconoscere una violenza psicologica. Ha parlato infatti della tratta delle ragazze nigeriane in Italia e della condizione di terrore e sudditanza psicologica in cui sono tenute sfruttando le loro credenze culturali tradizionali e religiose con riti e maledizioni.

Giorgia Guenci Villa, antropologa, referente dell’Associazione Arcobaleno e Presidente dell’ Associazione Margaret, ha sottolineato i diversi tipi di violenza, comprendendo anche il controllo delle nascite, l’idea della maternità come sola femminilità possibile e la pubblicità che impone canoni estetici precisi e irraggiungibili, definendo che la violenza è tutto ciò che porta al controllo del corpo della donna.

Più che risposte, i fili rossi della serata sembrano essere stati alcuni interrogativi che hanno ricevuto diverse declinazioni nelle relazioni presentate e le interazioni con il pubblico. In primo luogo il domandarsi che cosa sia la violenza: non solo quindi la violenza fisica o i traumi psicologici, ma anche quella subdola del favoreggiamento alla prostituzione rappresentata nel filmato, il grooming, i riti magici, o la nostra stessa indifferenza come esseri umani di fronte alla sofferenza di altri esseri umani. Ma anche mi sembra che ci si sia chiesto, indirettamente, che cosa sia terapeutico: la psicoterapia di gruppo come spazio per raccontare il trauma, strutture e spazi dedicati, l’attenzione della piccola comunità e della società tutta. Anche questo incontro, così come altre iniziative sul teme, si può quindi pensare abbiano una funzione terapeutica: certamente nell’immediato per chi vi prende parte, ma immagino che, a distanza di tempo, sia l’intera società a beneficiare della condivisione delle informazioni tra operatori ai vari livelli e la cittadinanza e dell’attenzione continua data a questo tema.

 

 

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