Il 23 gennaio 2016 al Centro Psicoanalitico Bolognese, gremito di persone, si è tenuto il seminario “Vari tipi di depressione: lo stato degli oggetti interni” di Anne Alvarez, Psicologa, Psicoanalista Infantile Tavistock di Londra. Per il Centro si è trattato della prima volta, come sottolineato dalla Presidente Dott.ssa Ruggero, in cui si è tenuto un seminario comune tra i due filoni (neuropsichiatria infantile e psichiatria) di seminari rivolti al pubblico. La mattina con Anne Alvarez è stata molto intensa e caratterizzata dalla vitalità espressiva ed emotiva della stessa Alvarez, che con lucidità ed intelligenza ci ha mostrato e testimoniato come ancora crede alla psicoanalisi, semplicemente perché funziona. Il basta che funzioni, oltre ad avermi portato alla mente un film di Woody Allen, non è una posizione così scontata nel panorama della psicoanalisi italiana e, senza voler troppo banalizzare, indica la possibilità di un uso creativo delle teorie all'interno della cornice sicura e protettiva del setting. Se nella tecnica e nella pratica psicoanalitica con bambini la flessibilità diventa imprescindibile, diventa possibile pensare di poter fare altrettanto nell'assetto mentale analitico con gli adulti. Anne Alvarez ci ha portato un lavoro teorico-clinico sui diversi livelli di stati mentali nella depressione e nel processo di elaborazione del lutto, ripercorrendo il pensiero freudiano e kleiniano in merito, per poi focalizzarsi su un aspetto particolare che nasce da un concetto di Betty Joseph: il processo di lamentazione continua (chuntering) con caratteristiche di perversione e dipendenza patologica. La riflessione portata al pubblico presente era posta intorno a cosa possa prevenire il chuntering o interromperlo, permettendo la ripresa del corso naturale dell'elaborazione del lutto in persone che presentano una depressione tanto grave da avere una totale assenza di qualsiasi riferimento alla reintegrazione dell'oggetto perduto all'interno dell'Io. L'Alvarez si chiede e mostra nel lavoro clinico che cosa pone fine all'insistente ruminazione delle proprie perdite e delle proprie mancanze, evidenziando la necessità di lasciar andare l'oggetto perduto, ma anche di poter concedere ai nostri oggetti interni di lasciarci andare. Nell'esempio clinico presentato viene sottolineato il ruolo dell'oggetto interno paterno fermo e deciso, che aiuta l'analista a stoppare il chuntering, dopo essersi accorta che l'oggetto interno materno depresso e inconsolabile era passato nel controtransfert sotto forma di stanchezza e insofferenza. Sia nell’esposizione del lavoro analitico che nella successive domande dal pubblico, viene evidenziato come il chuntering possa avere una funzione difensiva per placare l'invidia, oltre ad essere l'unico modo di comunicazione che un bambino può avere con una madre depressa, indifferente al parlare del bambino, che così perde interesse per ciò che dice. Il compito dell'analista diventa quello di fornire un esperienza primaria buona, nuovi oggetti interni interiorizzabili con cui il paziente si può identificare, oggetti interni nuovi che tengono conto sia della disperazione vissuta sia della speranza per un futuro, speranza che diventa l'unica salvezza di fronte a una lamentazione che vuol far credere che è “troppo tardi” anche per essere compresi, una lamentazione continua che toglie spazio al tempo e alla vita. Il pensare un’ esperienza buona aiuta la parte deficitaria invece che quella perversa del paziente, che al contrario si alimenta del lamento in modo masochistico. E’ necessario poter fare esperienza di altre forme di piacere, per accettare la sobrietà di una vita quotidiana da cui il lamento si difende. Anne Alvarez ci ha fatto vedere l'importanza dell'analista nel poter fornire una esperienza primaria buona come possibilità per interrompere il chuntering e ripristinare gli oggetti interni buoni anche parlando dell'esperienza clinica con bambini depressi, cresciuti in situazioni di deprivazione e/o di trauma. In questi casi non ci sono oggetti interni cattivi, oggetti svalutati, bensì oggetti non-valutati: l'esperienza di questi bambini è l'indifferenza, il non essere pensati. Il concetto bioniano di funzione alfa diventa un faro per l'analista per fornire quel contenitore per pensare i pensieri, per riattivare il pensiero e fornire la formazione del simbolo, uscendo dalla prigione di concretezza dell’ equazione simbolica. (Segal).
Report: seminario di Anne Alvarez “Vari tipi di depressione: lo stato degli oggetti interni” - a cura di Simona Lucantoni
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- Scritto da Lucantoni Simona
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