Seethaler è l’Autore de “Il tabaccaio di Vienna”, lo scrittore che ci ha fatto immaginare un Freud incanutito, già tormentato dal tumore, lo spirito indomito di garbata ironia e la passione per i sigari, in una Vienna ormai infestata dal veleno delle delazioni e dai metodi della Gestapo. “Il nostro destino non è di conoscere sentieri. Il nostro destino è di non conoscerli. Non veniamo al mondo per trovare risposte, ma per porre domande. Avanziamo a tentoni in una persistente oscurità, e solo con molta fortuna avvistiamo di tanto in tanto un lume che balugina in lontananza. E solo con molto coraggio o perseveranza o sventatezza, o anche con tutte queste cose insieme, riusciamo a lasciare un segno qua e là!”, così rispondeva Freud al giovane protagonista che gli chiedeva lumi sulle sue vicende amorose.
“Il campo” è una sorta di Spoon River, squarci di vita che stingono con le loro impronte di affetti, sogni, solitudini, sconfitte, fraintendimenti e finzioni, dignità perdute e fantasie di vendetta, rassegnazioni e speranze. Piccoli racconti di individui che si incontrano, si legano, incastrano bisogni, inciampano e vanno alla deriva o restano per mano come le buone circostanze.
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