A partire dal 2021 il Centro Psicoanalitico di Bologna ha attivato un gruppo di lavoro per la formazione agli aspetti comunicativi e relazionali che intervengono nel lavoro del medico.
Il gruppo ha finalità di studio, ricerca e formazione, ed è composto da psicoanalisti interessati alle specificità comunicative e relazionali della pratica clinica in contesti differenti da quelli psicoanalitici, come quello della medicina generale e ospedaliera.

La nascita di queste iniziative data sin dai primi interventi di Freud al Collegio dei Medici di Vienna (1904), prosegue con Ferenczi che fu molto attivo nel coinvolgimento dei medici nella Budapest degli anni ‘20 e ’30, per arrivare sino a Balint e alla nascita dei gruppi omonimi, promossi al Tavistock a partire dagli anni ’40 e ’50.

A queste esperienze seguirono le prime ricerche sul disagio psichico nel setting della medicina generale e la nascita di metodi di formazione centrati sull’affinamento delle risorse comunicative e relazionali di cui i medici dispongono nella loro pratica.

Sono altresì collegate ad esse le pratiche gruppali che hanno portato alla nascita dei metodi di lavoro inter-analitico, utilizzati correntemente nel metodo dei “Clinical Groups”, nei gruppi sulla “Specificity of Psychoanalytic Treatment Today” e in altre pratiche utilizzate nei congressi FEP e IPA, ispirate al lavoro di Norman & Salomonsson sui “weawing thoughts” (2005).

All’interno di una collaborazione fra il Centro Psicoanalitico e l’Ordine dei Medici di Bologna è stato realizzato un primo percorso di formazione per i medici della scuola di Specializzazione in Medicina Generale, che sta diventando continuativo e prevede di estendere la sua attività ai medici ospedalieri.

CHI SIAMO

Il gruppo è composto da psicoanalisti della Società Psicoanalitica Italiana attivi all’interno del Centro Psicoanalitico di Bologna. È aperto alla collaborazione con psicoanalisti di altri Centri della SPI.

Ciascuno dei componenti del gruppo, che si sta arricchendo di nuovi partecipanti, proviene da una significativa esperienza nel campo della formazione dei medici, degli studenti, del lavoro in setting di gruppo e delle pratiche interanalitiche.

Il metodo che utilizziamo nella formazione è il risultato dell’integrazione di queste esperienze, centrate sull’ascolto del paziente, del medico, e sulle prerogative dello scambio che avviene in ciascuna consultazione clinica.

OBIETTIVI

Considerando che ogni incontro tra medico e paziente rappresenta un unicum, riferirsi a una conoscenza manualistica e preconfezionata sarebbe limitativo.

Riteniamo più utile aiutare i medici a capire cosa accade comunicativamente in ciascun incontro clinico, definendo i metodi più adeguati a questo scopo.

In un lavoro pubblicato su “Family Practice” che riporta i risultati di un’ampia ricerca sulla formazione dei MMG alla comunicazione con il paziente, è emerso che, più che dalla trasmissione diretta di nozioni e di contenuti, l’apprendimento e l’affinamento delle risorse comunicative dei MMG dipende da un insieme articolato di condizioni in grado di sortire un effetto formativo indiretto, ma specifico (Scardovi et al., 2003).

Occorre dotarsi dunque, più che di lezioni frontali, di metodi e setting adeguati a promuovere la capacità del medico di comprendere cosa accade comunicativamente in ciascun incontro con i propri pazienti.

Già Balint aveva messo in luce che il lavoro di chi dirige la formazione di un gruppo di medici non consiste tanto nell’insegnare “che cosa fare”, quanto piuttosto di soffermarsi sul “come”, mettendo in grado il medico “di fare un lavoro che soltanto lui conosce” (Balint, 1957).

L’obiettivo dei programmi di formazione che stiamo realizzando è di promuovere un lavoro centrato sull’esperienza vissuta del curante, sulla solitudine del medico alle prese con l’uso di risorse relazionali non manualistiche, sulla possibilità di definire le specificità dell’incontro clinico che emergono di volta in volta nell’esperienza di ciascun gruppo al lavoro su questi aspetti.

La formazione è rivolta in particolare ai Medici di Medicina Generale che, in quanto “dottori di primo contatto” (Freeling, 1993), sono immersi in una realtà clinica particolarmente ricca di variabili emotive, relazionali e comunicative.

Pensiamo che questi siano elementi cruciali del futuro delle pratiche di cura e rappresentino un oggetto specifico della promozione del metodo e dell’ascolto psicoanalitico.

METODI

Le condizioni di metodo e setting che stiamo utilizzando, prevedono:

  • Il lavoro in setting di gruppo
  • La presenza di formatori esperti che garantiscano il funzionamento del gruppo
  • La discussione di casi riportati o videoregistrati provenienti direttamente dalla pratica dei medici
  • L’utilizzo di una modalità di lavoro basata sull’uso delle libere associazioni in setting di gruppo
  • Il centrare la discussione dei casi sulle emozioni che il medico incontra nel lavoro con il paziente
  • Il riconoscimento e la definizione delle competenze non “specialistiche”, ma altamente “specifiche”, di cui il medico dispone nella sua pratica clinica.

CONTATTI E MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE

Per ogni informazione e per l’avviamento di possibili progetti è possibile contattare il Centro Psicoanalitico di Bologna e il Gruppo Psicoanalisi e Medicina

Andrea Scardovi - Tel. studio: 051 398043
Chiara Ghetti
Natalia Grazian
Rosanna Rulli

 

We use cookies
Il nostro sito utilizza i cookie, ma solo cookie tecnici e di sessione che sono essenziali per il funzionamento del sito stesso. Non usiamo nessun cookie di profilazione.