Dopo diciassette anni dall’uscita de La Strada che gli valse il Pulitzer, Corman McCarthy ci affida un’opera sacrale, Il Passeggero, romanzo misterioso e perturbante, in cui la natura umana – dieci percento biologia e novanta percento mormorio notturno -, è tratteggiata in tutta la sua elegiaca bellezza. Studioso dei rapporti fra Inconscio, linguaggio e scrittura, il suo minimalismo narrativo diventa parte della storia e contribuisce a renderla ancora più ammaliante.
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