Khaled è un trentenne libico che ha partecipato alla deposizione di Gheddafi, rivoluzione che ha tradito i suoi sogni di uno stato nuovo, lasciando allo sbando un paese incapace di governarsi, campo di battaglia delle lotte fratricide del Medio Oriente, fra guerre religiose e appetiti sulle fonti d’energia del territorio. In una Libia stretta nella morsa della corruzione e del malaffare diffuso, Khaled ha scelto da che parte stare: è diventato un trafficante di esseri umani, quelli che pagano per salire sui barconi in fuga verso l’Europa.
Francesca Mannocchi è una giornalista e documentarista che molto ha raccontato su quelle terre e sugli scenari che stanno dietro il commercio dei migranti. In questo libro offre voce a un insolito anello della catena tragica delle migrazioni, che dai confini del sud porta ai centri di detenzione libici (legali e illegali) bambini, donne e uomini, ammassati, torturati, stuprati, derubati e in attesa di nuovi denari per pagarsi al meglio il rischio di morire.
Levi scriveva che solo una retorica schematica può sostenere che lo spazio che separa le vittime dai persecutori sia vuoto: non lo è mai, è costellato di figure turpi e patetiche, che è indispensabile conoscere se vogliamo conoscere la specie umana con spirito meno torbido.
Leggi tutto l'articolo originale su SpiWeb