Nei primi mesi del 2016 all'interno della Società Psicoanalitica Italiana ci si comincia ad interrogare sulla possibilità di attivare forme di aiuto clinico, di formazione e di elaborazione psicoanalitica che possano rispondere all'emergenza europea dei Rifugiati, Profughi, Esiliati, che si va ampliando e aggravando.
Per questo motivo, dopo aver aderito alla costituzione di un Gruppo Europeo di lavoro, all'interno della FEP (Federazione Europea di Psicoanalisi), la SPI dà l'avvio alla nascita del gruppo nazionale PER (Psicoanalisti per i Rifugiati), che aspira ad operare “perché non si costituisca quella zona grigia dell'indifferenza di cui parlava Primo Levi ne 'I sommersi e i salvati' e perchè si lavori per sviluppare una coscienza condivisa” (F.Castriota, M.Giannini).
Risulta sempre più evidente come nella stanza di analisi la comunicazione tra inconsci di analista e paziente sia un luogo nel quale si può cogliere e registrare una risonanza di queste sofferenze sociali, che costituiscono parte essenziale dell'apparato psichico gruppale di ogni soggetto.
Gli psicoanalisti sono consapevoli che gli eventi che si manifestano come “emergenze” costituiscono spesso un fenomeno che vede affiorare alla superficie della coscienza situazioni di sofferenza e tragedie che sono state a lungo tenute nascoste, rimosse, scisse, negate. Di questa “emergenza”ci si vuole occupare uscendo anche dalla stanza d'analisi, affrontando l'evidenza che il fenomeno migratorio implica il lavoro psichico di immaginare rappresentazioni ancora inedite, che il momento storico ci chiede di formulare sia come persone che come professionisti.
Al seguito di una convocazione nazionale di tutti coloro che erano interessati all'argomento, ci si è riuniti per la prima volta a Roma nel maggio 2016, con l'intento di conoscersi e definire lo stato delle cose, per poi studiare progetti possibili per il futuro.
In quella prima riunione si è preso atto che alcuni colleghi lavorano con i Migranti nei servizi, altri sono stati coinvolti in iniziative specifiche per i Richiedenti Asilo nelle strutture di accoglienza. Alcuni non hanno esperienza nel settore specifico ma vogliono rendersi disponibili.
Si è deciso perciò di costituire nei diversi Centri Psicoanalitici dei piccoli gruppi di colleghi interessati a riflettere e confrontarsi sul lavoro in atto e su quello potenziale.
Si è pensato di dare priorità ad un pensiero di gruppo sul lavoro con gli operatori che si occupano della cura dei Richiedenti Asilo, immaginando che esso permetta un uso più diretto delle competenze psicoanalitiche.
Dopo questo avvio nazionale, a Bologna alcuni colleghi si sono riuniti per dare forma al gruppo PER del Centro Bolognese, che si pone in continuità, senza coincidere, con il gruppo Psicoemergenze del Centro stesso. Attualmente il gruppo comprende una quindicina di psicoanalisti , di Bologna, Modena, Rimini e Forli. Alcuni hanno fatto e stanno facendo esperienza di lavoro con i Rifugiati o/e con i loro operatori, altri non ancora. Il gruppo ha una cadenza bi/trimensile, ci si ritrova per riflettere sulle esperienze cliniche dei singoli e ci si è anche proposti di indicarsi reciprocamente materiali di approfondimento teorico.
Una collega del gruppo ha lavorato per quattordici mesi all'interno di un bando FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) della Comunità Europea, nel Progetto Start-ER, occupandosi dei Richiedenti Asilo senza fissa dimora e di quelli accolti nell'Hub Regionale. Nei beneficiari di questo progetto, si è cercato di riconoscere il disagio psichico e affettivo nelle sue prime manifestazioni, sia avviando interventi di consultazione psicoanalitica nel centro di Prima Accoglienza (Hub), sia cercando il contatto con il privato sociale e con alcune agenzie dell'Asl Bologna e Provincia, per accogliere segnalazioni in modo tempestivo. Si è creato un raccordo con le istituzioni che assegnano i Richiedenti Protezione sul territorio cittadino e regionale (Prefettura e Comune), per aiutarle a decidere le collocazioni migliori per le persone più vulnerabili. Attualmente, questa collega continua il progetto avviato, collaborando con due cooperative che hanno posti di accoglienze dello Sprar Vulnerabili, Disagio Mentale (posti messi a disposizione dal comune di Bologna, sovvenzionati dal Progetto Nazionale di accoglienza ai Richiedenti Asilo). La collega supervisiona le equipe degli operatori che lavorano con i migranti che mostrano una particolare vulnerabilità psichica e, se necessario, fa colloqui individuali con gli stessi migranti.
Due colleghe seguono un gruppo di Rifugiati che all’interno di una ONLUS bolognese svolgono il ruolo di Peer Operator nell’accoglienza degli ospiti di una “mensa dei poveri”, in gran parte stranieri esclusi dai programmi di protezione. L’intervento delle colleghe si svolge attraverso incontri mensili di gruppo con i Peer Operator improntati, in assetto interno di ascolto psicoanalitico, a “dare asilo” ai contenuti da loro espressi sulla propria condizione personale e sulle difficoltà del compito che devono svolgere con gli altri migranti. Si cerca inoltre di osservare le dinamiche del gruppo.
Una psicoanalista del gruppo da circa una decina di anni collabora con una associazione di volontariato bolognese (SoKos) che si occupa dell'assistenza ad emarginati e immigrati. Fa parte del gruppo di psicologi che hanno costituito un ambulatorio di Psicologia Transculturale. Inoltre per due anni è stata la referente per i minori del progetto Regionale Start-ER (Salute Tutela Accoglienza per Richiedenti e Titolari di protezione internazionale in Emilia Romagna) per l'AUSL Romagna.
Il lavoro delle due colleghe psicoanaliste di Rimini, facenti parte del gruppo, si articola in cinque punti:
- due gruppi d’ascolto psicoanalitico, con l’utilizzazione dello psicodramma psicoanalitico, con migranti adolescenti richiedenti asilo, uno in lingua inglese e l'altro in lingua francese.
- gruppi di ascolto analitico e di formazione a orientamento psicoanalitico per operatori e interpreti, per accogliere i loro disagi e vissuti emotivi in un lavoro molto difficile e stressante, perché riguarda situazioni che coinvolgono livelli individuali, sociali e organizzativi.
- Progetto Adolescenti e Migranti quale identità
È stato proposto un progetto (che continuerà) per aiutare i ragazzi migranti, a partire dalla loro scelta di un'attività spontanea: il disegno.
Il tema individuato è stato, il Volto dell’Altro Il Viaggio, la Terra e la Fratellanza.
Il Progetto ha previsto l’incontro dei ragazzi richiedenti asilo con gli adolescenti di due Licei Artistici. I disegni e i manufatti prodotti da ragazzi richiedenti asilo e studenti dei due licei sono stati esposti, per una settimana, al Museo di Rimini. - Progetto (2018-2019) di un focus group con responsabili cas, prefettura, enti gestori - ambito richiedenti asilo
- Sportello per i richiedenti asilo. Si sta lavorando per l'attivazione del Punto di ascolto "Accoglienza e Integrazione" che utilizzerà gli spazi di Associazione Arcobaleno (Casa dell'Intercultura di Rimini).
Una psicoanalista appartenente al gruppo ha partecipato dal 1994 al 2000, con colleghe di altre Società, ad un progetto di supervisione di sei anni, richiesto da alcune psichiatre bosniache. Queste hanno lavorato soprattutto con le donne, ma non solo, nel periodo della guerra nei Balcani e negli anni successivi, trovandosi di fronte ai numerosi e terribili traumi di guerra, che le ha portate a chiedere l'aiuto delle colleghe italiane.
Una collega fa supervisioni mensili con gli operatori (alcuni non italiani) di un'associazione di volontariato che ospita, in cinque strutture, migranti di diverse provenienze, per i quali aiuta gli operatori ad individuare un progetto di integrazione sociale. E' anche referente per gli ospiti delle stesse strutture, che chiedono un sostegno diretto e per persone vittime di tortura.
Un altro collega ha svolto un'attività peritale su un bambino non accompagnato fermato alla frontiera, che ha colto essere privo di identità anagrafica ma ancora più di identità e coesione interna, a tal punto da rimuovere la lingua materna. L'uso della sensibilità psicoanalitica ha permesso al piccolo di avviare un processo di reintegrazione delle sue parti interne traumatizzate e di avvicinarsi al riconoscimento parentale.
Una psicoanalista del gruppo è membro della subcommitee per le Nazioni Unite dell'International Psychoanalitical Association (IPA), che riunisce colleghi che si impegnano a portare attenzione al tema della salute mentale secondo un approccio psicoanalitico all'interno delle Nazioni Unite.