La chiave per una buona vita: una ricerca dell’Università di Harvard

(a cura di Franco D’Alberton)

Mentre da poco l’ISTAT ha reso ufficiale che in Italia nel 2015 il numero dei decessi è aumentato dell’11,3 % rispetto al 2014 (http://www.repubblica.it/cronaca/2015/12/23/news/) e crescono gli interrogativi sui motivi che hanno portato a questo inaspettato aumento, l’Università di Harvard rende pubblici i dati di una ricerca sulle variabili che favoriscono una vita più longeva e più sana.
Robert Waldinger, direttore dell’Harvard Study of Adult Development, psichiatra al Massachusetts General Hospital, professore associato di psichiatria all’Harvard Medical School e psicoanalista della Società Psicoanalitica di Boston, espone in una presentazione al TED TalkxBeacon Street Blog i risultati di una ricerca condotta da generazioni di ricercatori dell’Università di Harvard su cosa ci tiene in salute e ci fa vivere più a lungo.

Si tratta di uno studio longitudinale reso eccezionale dal fatto che è probabilmente il più lungo al mondo. Infatti, settantacinque anni fa, nel 1938 iniziarono ad essere arruolati i soggetti del primo braccio della ricerca; studenti del secondo anno dell’Harvard College, molti dei quali entrarono successivamente nell’esercito per combattere la seconda guerra mondiale. Il secondo braccio dello studio iniziò qualche anno dopo arruolando giovani delle periferie svantaggiate di Boston. A tutt’oggi partecipano allo studio circa 60 dei soggetti iniziali, alcuni dei quali hanno più di novant’anni.
Nel corso dei decenni, i soggetti hanno risposto a questionari biennali, hanno consentito che si raccogliessero informazioni sulla salute dai loro medici e si sono prestati a interviste più approfondite. Negli ultimi anni si sono sottoposti a scansioni di neuro immagini e all’analisi del DNA.

I risultati che sono emersi sono al contempo ovvii e stupefacenti. Secondo i ricercatori di Boston, una infanzia difficile, ad esempio, conta molto per un giovane adulto, ma i suoi effetti si attenuano nel corso degli anni e più del denaro e dello status sociale, l’educazione, soprattutto un’educazione superiore, è importante nel determinare il successo nella vita.

Uno studio sulle persone più avanti con l’età ha dimostrato che le condizioni fisiche e psichiche di una persona di 50 anni hanno maggiore influenza sulle salute e sulla la felicità che avrà a 70 rispetto a ciò che è accaduto nella vita precedentemente. E ad esempio, in modo sorprendente, la qualità delle vacanze che uno ha trascorso nella vita –una misura della capacità di giocare - conta più del denaro per la felicità successiva nella vita.

Lo studio evidenzia sia fattori controllabili che incontrollabili che influiscono sull’invecchiare in modo sano. “Noi pensavamo che il maggior predittore di una lunga vita fosse avere parenti che avevano vissuto a lungo.. E’ risultato invece che le scelte sullo stile di vita che la gente compie nella mezza età sono un predittore più importante di quanto a lungo e quanto in salute uno vivrà.”

Dallo studio è emerso che la qualità delle relazioni intime e dei legami che una persona stabilisce influisce in modo determinante sulla possibilità di avere una vita sana e longeva. “Il fatto che la buona vita si costruisce sulle buone relazioni è una idea che vale la pena di diffondere” - sostiene Waldinger al termine della sua presentazione. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento: https://www.youtube.com/watch?v=q-7zAkwAOYg

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