L’organizzazione del libro si compone di tre parti: la prima è principalmente teorica e ha lo scopo di fornire una panoramica sul concetto di mentalizzazione; la seconda presenta i diversi contesti in cui gli interventi basati sulla mentalizzazione sono stati sviluppati nel lavoro con i bambini e gli adolescenti nel servizio di salute mentale; la terza parte propone gli adattamenti delle idee sulla mentalizzazione al lavoro con i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie nei contesti di comunità.

Quando mentalizziamo siamo impegnati in una forma precoce di attività mentale immaginativa, prevalentemente preconscia, che ci consente di cogliere e interpretare il comportamento umano in termini di stati mentali, bisogni, desideri, emozioni, credenze, obiettivi, intenzioni e motivazioni.

Lo sviluppo della capacità di mentalizzare dipende dall’interazione con menti mature e sensibili e, di conseguenza, è fondamentale il ruolo giocato dall’attaccamento in questo sviluppo. Una metanalisi ha rivelato che i bambini adottati dopo il loro primo compleanno sono attaccati in modo meno sicuro rispetto a coloro che sono adottati prima dell’anno di vita. I soggetti adottati hanno maggiori probabilità di sviluppare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, disturbi da comportamento dirompente e della condotta. Il bambino adottato spesso non è capace di dare un nome ai propri sentimenti o un significato ai propri comportamenti.

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