È noto l’episodio biblico del giudizio di Salomone: davanti al Re due puerpere si contendono l’unico bambino rimasto vivo dei due nati: l’altro è morto nella notte e il suo cadaverino è stato scambiato di letto e messo al posto del vivo, rubato all’altra madre; ognuna delle quali si protesta vera, accusando l’altra di furto e di mendacio.
Il Re fa una prima mossa, “cognitivo-comportamentale”, potremmo dire: gli si porti una spada e si tagli in due il bambino, assegnandone una metà a ciascuna madre. – Giusto, che sia diviso: così saremo pari: né a te né a me deve toccare! - Così la prima. – No, no, mio signore! – risponde l’altra: datelo pure a lei, purchè il bambino viva! – Dal che il Re riconosce quale sia la madre vera, e a lei assegna il bambino, incurante – si direbbe – di venire a sapere quale sia la madre reale…
Questa seconda mossa non è più cognitivo-comportamentale, bensì “emotivo—affettiva”…
Nessun tavolino può poggiare su due piedi: a farlo star su ne occorre almeno un terzo: cognizione e volizione non bastano: occorre anche un terzo piede, quello emotivo—affettivo, di cui precisamente si avvale la saggezza del Re. Invero il testo biblico sembra alludere alla madre vera, distinguendola da quella reale, quale che questa sia tra le due. A ogni bambino del mondo occorrono genitori veri, anche quando non coincidenti con i genitori reali (e cioè biologici). Realtà e verità non sono infatti sinonimi, ad onta della disinvoltura con la quale sono spesso scambiate…
La verità può ben venire dalla realtà, ma solo dopo che questa è stata vestita con le parole giuste (“res loquens”) garantite da una relazione terapeutica degna del nome. Perciò la teoria cognitivo-comportamentale - un po’ come l’antico organicismo, che dichiarava essere la psicopatologia una malattia del cervello, sopra la quale il medico esercitava la sua indiscussa sovranità - sembra allo scrivente una cosa che si fa sopra il paziente, diffidato della sua soggettività. Viceversa la cultura psicoanalitica opera con il suo paziente dirimpettaio, convocandolo a farsi co—scienziato… che ciò richieda tempi lunghi è una fatale verità: ars longa, vita brevis… (*)
Agosto 2018 G.Z.
(*) Mentre scrivevo queste note sono stato raggiunto dalla notizia della scomparsa di una valorosa collega, psicoanalista in Modena, cara persona, Nadia Roveri. Alla sua memoria dedico questi pensieri: G.Z.